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ASSEMBLEA CITTADINA

 



E' tempo che la città di Milano prenda posizione per la chiusura dei CPR e si faccia sentire.

 

ASSEMBLEA CITTADINA

Martedì 23 gennaio 2024, ore 20.30

Arci Corvetto, via Oglio 21, Milano


INDAGINE SUL GESTORE DI MILANO PER IL CPR DI PALAZZO SAN GERVASIO

"Migranti storditi con gli psicofarmaci - Il bis del caso Milano: CPR, nuovi indagati - Potenza, accusati medici e forze dell'ordine.

"Palazzo San Gervasio. Al centro dell'indagine Alessandro Forlenza per la gestione di un altro centro.

Appalti da 3 milioni vinti promettendo alla Prefettura di assicurare nella gestione del CPR centro permanenza rimpatri, ma in realtà non erogando o lesinando, tutta una serie di servizi sanitari, linguistici e logistici ai migranti trattenutivi in attesa di espulsione: è forse l'accusa per la quale lo scorso 20 novembre i magistrati di Milano hanno tolto l'amministrazione del CPR cittadino via Corelli al gestore Alessandro Forlenza (difeso dall'avvocato Michele Sarno), indagato con la sua società "La Martinina srl" per "frode in pubbliche forniture" e per "falso" nell'appalto 2020-2023 da 4 milioni l'anno?

No, è l'incredibile (per analogia) situazione che i magistrati di Potenza, in una inchiesta su una decina di indagati (compresi alcuni medici e appartenenti alle forze dell'ordine), ora contestano sempre a Forlenza ma per la gestione 2018 - 2022 di un altro CPR, quello appunto di Palazzo San Gervasio a Potenza, assegnato dalla locale Prefettura alla società "Engel". Con un pesante passo in più, però.

Perché stavolta, accanto alle decine di Migliaia di ore di servizi in meno che gli inquirenti hanno ricostruito rispetto al capitolato della gara d'appalto potentina vinta per poco meno di 3 milioni di euro, l'inchiesta della Procura guidata da Francesco Curcio alza il velo su un fenomeno (nel CPR di Potenza) che a Milano, pur senza dare luogo a specifiche contestazioni, aveva fatto capolino anche in alcune testimonianze già agli atti dell'inchiesta sul CPR di via Corelli: e cioè la prassi di controllare i turbolenti "ospiti" del CPR, e assicurare l'ordine pubblico nella struttura, imbottendo i migranti - contro la loro volontà o nell'ignoranza delle conseguenze - di pesanti psicofarmaci che in medicina dovrebbero essere usati solo per chi è malato di epilessia.

Diversamente da Milano, i magistrati di Potenza (che hanno ragionato anche sull'ipotesi di "tortura") insieme a Gdf e polizia inquadrano infine queste condotte nel reato di "maltrattamenti" o di "violenza privata" ai danni degli stranieri: delitti la cui responsabilità estendono anche ad alcuni medici del CPR, sia perché questi sanitai avrebbero ben saputo che le persone alle quali venivano somministrati i pesantissimi psicofarmaci non soffrivano delle patologie per le quali potevano essere prescritti quei trattamenti, sia perché avrebbero fatto un mucchio di false ricette del servizio sanitario nazionale per procurarsi tutti quei farmaci.

Analogia e al contempo diversità compaiono nelle due indagini anche riguardo alle conseguenze dell'esistenza di video in qualche modo girati sulle condizioni di vita dentro i due centri. Nel CPR di Milano l'inchiesta ne aveva valorizzati molti ma sempre all'interno della cornice dell'appalto, senza derivarne autonome contestazioni ma utilizzandoli per rafforzare l'accusa al gestore de "Le Martinina srl" (sequestrata e interdetta dal contrattare con la Pubblica amministrazione) di aver frodato la Prefettura nel fingere di fornire i servizi promessi per vincere la gara.

L'inchiesta di Potenza invece, ora ha sviluppato uno specifico video uscito non si sa come dal CPR e trasmesso il 21 gennaio 2023 su Mediaset da "Striscia la Notizia" per mostrare uno dei poliziotti in servizio nel CPR potentino che appunto costringeva un migrante a subire la somministrazione di uno psicofarmaco.

Per forza, aveva risposto il poliziotto alla propria catena gerarchica e poi alla Procura, sostenendo che nel filmato non si vedesse "il primo tempo" e cioè che lo straniero avesse aggredito un'infermiera e cercato di accoltellare il poliziotto. Ne era scaturita quindi una grave accusa allo straniero di tentato omicidio. Ma adesso i PM di Potenza hanno scoperto che non solo la relazione di servizio avrebbe attestato il falso (e dunque calunniato lo straniero) per giustificare la somministrazione del farmaco, ma che il poliziotto avrebbe anche tentato di indirizzare in senso analogo la deposizione che l'infermiera stava per rendere al PM"

Luigi Ferrarella - Corriere della sera.



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