Milano 8 gennaio 2024
I prossimi mesi ci vedranno impegnati in importanti appuntamenti politici, sia locali, che
nazionali e internazionali. A Milano città il tema delle disuguaglianze sociali si disvela sempre
più, e si aggrava la questione sociale con una città sempre più escludente. L’impossibilità di
soddisfare il bisogno della casa con affitti accettabili, le migliaia di sfratti, i mutui in aumento
vertiginoso per chi si è indebitato nell’acquisto, il caro vita cresciuto del 20%, espelle dalla città i ceti popolari e medi. Un esodo silenzioso a cui fa seguito la sostituzione con nuovi arrivi di ceti ricchi e speculativi.
La città cambia rapidamente in un modello diseguale, favorito da una amministrazione di centro sinistra, che in nome della modernità negli ultimi dieci anni ha aperto la strada alla speculazione edilizia. Una speculazione favorita dai prezzi di urbanizzazione più bassi tra le grandi metropoli europee, dalla svendita del patrimonio
immobiliare pubblico. Una amministrazione che nei fatti ha marginalizzato e impoverito i ceti
popolari e il reddito dei lavoratori e delle lavoratrici a vantaggio delle classi abbienti. Una
amministrazione che mentre a parole si schiera per l’accoglienza delle persone migranti, non
ha visto e ha tollerato, il CPR cittadino di Via Corelli, le cui condizioni indegne sono state
svelate dalla lotta della Rete “Mai piú lager-No ai CPR” e ora anche dalla Magistratura che ha commissariato la struttura.
Chiamiamo i cittadini e le cittadine milanesi, i movimenti, le associazioni e i sindacati ad un
ampio dibattito cittadino, per creare una nuova alternativa politica e di programma alla politica fin qui seguita. Promuoveremo nelle prossime settimane e mesi iniziative di partito e
movimento, per favorire la denuncia delle condizioni di vita e precarietà dei lavoratori e delle
lavoratrici, per il diritto popolare alla casa, contro i nuovi progetti di speculazione edilizia, per difendere il patrimonio immobiliare pubblico e il trasporto pubblico dalle minacce di svendita o privatizzazioni. Siamo impegnati nella denuncia e partecipazione al movimento di protesta contro le Olimpiadi Invernali del 2026.
Dopo quello ucraino, il nuovo fronte della “guerra mondiale a pezzi” apertosi in medio oriente si aggrava di giorno in giorno. Alla strage di Hamas del 7 ottobre nei territori occupati da Israele, si risponde da ormai tre mesi con una asimmetria devastante da parte di Israele, con bombardamenti ai civili su Gaza con piú di 25.000 vittime, di cui la metà bambini. A parole le istituzioni internazionali proclamano la necessità di due popoli e due stati, ma nei fatti vi è il sostegno quasi unilaterale alla rappresaglia del governo della destra fascista e colonialista di Netanyahu. Mai come in questi tremendi giorni, il mondo può vedere la tragedia del popolo oppresso di Palestina e la necessità della sua autodeterminazione come unica condizione per la pace. Noi sosteniamo con forza il diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione, al rispetto delle numerose risoluzioni dell’ONU e alla creazione di un proprio stato. Di fronte all’aggravarsi della guerra e i rischi di escalation mondiale, siamo impegnati nella costruzione e partecipazione alle manifestazioni di sostegno, che a Milano hanno raggiunto il quattordicesimo sabato consecutivo, e alla costruzione di iniziative volte a sensibilizzare la costruzione di un grande Movimento per la Pace, per il cessate il fuoco e sostegno al popolo palestinese.
Il tema dominante della pace e della guerra e i rischi di conflitto mondiale, rende necessario
che nelle prossime Elezioni Europee, vi sia nel parlamento d’Europa una rappresentanza
italiana autorevole e schierata nettamente contro il bellicismo della UE, per la pace e la
trattativa tra i popoli. La Lista per la Pace lanciata dalla proposta di Santoro e La Valle, è una
proposta utile e indispensabile per allargare il fronte pacifista, in cui portare pur senza
pregiudiziali i nostri contenuti sociali antiliberisti e in cui essere presenti, per giungere a una
lista plurale in grado di parlare alle tante e ai tanti che non votano e che non hanno rappresentanza. Dobbiamo certo lavorare affinché a questo appuntamento convergano tutte le esperienze di Unione Popolare. Senza pregiudiziali e certamente in forma critica, ma nella consapevolezza che l’esperienza di UP si rafforza solo se si apre a contaminazioni plurali e dismette l’isolazionismo preconcetto e settarismo presente al suo interno. Ci aspetta dunque un nostro caparbio e unitario lavoro politico, nella consapevolezza comunque che esiste la nostra autonomia politica e che non è mai stata decisa dal nostro ultimo Congresso e neanche dagli organismi dirigenti alcuna cessione in perpetuo di sovranità elettorale.
Per questo riteniamo incomprensibile e frutto di una dannosa e autodistruttiva lotta politica
interna, l’indirizzo assunto a maggioranza dall’ultima Direzione Nazionale, di ritenere utile, sia pure con correzioni, la “bozza di statuto di UP” e il precipitarci in una Assemblea Costituente, su cui il Partito sarebbe chiamato a decidere a posteriori. Una forzatura politica proposta a maggioranza in Direzione, in una fase in cui UP attraversa anche una evidente crisi di difficoltà e prospettiva politica denunciata nell’ultimo Comitato Politico Nazionale e su cui bisognerebbe ben interrogarci. Con estrema nettezza e saggezza l’intervento del nostro Collegio Nazionale di Garanzia, ha chiarito a tutto il corpo del Partito, che la cessione di sovranità elettorale o politica in perpetuo, cioè presente in uno statuto vincolante di un’altra Organizzazione politica, non è nelle disponibilità di nessun organismo dirigente del partito, Direzione o CPN che sia, ma che tale disponibilità appartiene solo ed esclusivamente al Congresso sovrano. Riteniamo ciò non solo saggio, ma dirimente per una normale dialettica politica, travalicata la quale si aprirebbe una crisi di concreta tenuta stessa del nostro partito.
Abbiamo tutti considerato UP come uno spazio politico plurale, e certamente non un nuovo
partito, ma un soggetto funzionale alla costruzione di una larga e rappresentativa sinistra di
alternativa nel paese e a questo ci si dovrebbe attenere. Possiamo superare insieme questa
delicata fase, nella consapevolezza che non sussistono le condizioni politiche e materiali per
trasformare UP in ciò che non è, ma lavorarci con il metodo esclusivo del consenso e regolamenti snelli, per far superare le posizioni isolazioniste e settarie e allargando le
interlocuzioni sociali.
Come partito viviamo indubbiamente una fase di grave crisi politica interna, rappresentata
dalle profonde divergenze emerse a più riprese negli organismi dirigenti nazionali. Le
divergenze politiche, possono essere superate solo con un coinvolgimento di tutto il partito,
nella consapevolezza della necessità di arrivare senza traumi e rotture al naturale Congresso
Nazionale del 2024, la cui fase preparatoria è auspicabile inizi immediatamente dopo le Elezioni Europee.
Siamo un partito che per cultura, esperienza e presenza territoriale, è certamente chiamato ad un surplus di azione politica unitaria per far sorgere nel paese una alternativa di sinistra credibile, per fare ciò va preservata in ogni momento l’unità del partito, non solo come auspicio ma come pratica viva e di crescita collettiva.
Documento approvato con 25 voti favorevoli, 12 contrari ,1 astenuto.
Documento approvato
Documento respinto
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