Documento approvato dal Comitato Politico Federale di Milano del 3 luglio 2024
Vogliamo ringraziare i/le compagni/e, che hanno positivamente operato come Partito nelle presentazioni elettorali comunali della nostra Provincia, con eletti sia nelle presentazioni civiche e autonome di sinistra, come a Novate Milanese o in alleanza di centro sinistra come a Cornaredo o Cusano Milanino e pur non eleggendo anche a Paderno Dugnano. I risultati poi nei comuni sotto i 15.000 abitanti sono di grande incoraggiamento con l’elezione di compagni/e di Partito come a Pero e a Busto Garolfo dove abbiamo eletto il sindaco Giovanni Rigiroli a cui vanno i nostri apprezzamenti e auguri di buon lavoro. In altri comuni come a Trezzano S/N, Locate Triulzi, Trezzo d’Adda, Arluno si affermano consiglieri e sindaci chiaramente di sinistra con il nostro sostegno. Ci aspetta un gravoso lavoro per superare i limiti riscontrati nei troppi Comuni in cui non siamo riusciti ad affermare una nostra presenza.
Vogliamo ringraziare tutti i/le compagni/e del Partito, che si sono alacremente spesi prima nella raccolta firme e poi nella campagna elettorale per Pace Terra Dignità. Il risultato della lista PACE TERRA DIGNITA’ è ovviamente insoddisfacente a partire dalla nostra area metropolitana, perché quando non si raggiunge l’obiettivo della rappresentanza non è mai un risultato positivo e specie per la nostra forza politica da troppo tempo esclusa dalla rappresentanza nazionale ed europea. Va però sottolineato che PTD ha ottenuto il nostro risultato migliore dell’ultimo decennio. I voti crescono sia in valore assoluto che in valore percentuale pur in un contesto certamente difficile, viste le candidature attrattive che altre forze politiche a sinistra avevano schierato.
La lotta alla guerra e per la pace
La tendenza a una guerra generalizzata sovrasta l’Europa e il mondo. La crisi dell’economia globalista produce le spinte a un mondo multipolare per il controllo dell’economia, delle rotte commerciali, delle materie prime e dell’energia e infine delle fliere produttive. Siamo a un salto epocale con la necessità per le economie occidentali di reindustrializzazione in house le proprie economie, saltando le filiere prodottesi con la globalizzazione e smarcandosi dalla Cina. Una nuova e diversa era economica si profila all’orizzonte. La guerra mondiale a pezzi per l’egemonia ne è la conseguenza. Per questo, bene abbiamo fatto a partecipare alla lista di scopo Pace Terra Dignità, perché era l’unica proposta in campo che individuava nella lotta alla guerra la battaglia principale a cui connettere le questioni sociali. Il rapporto con il movimento di PTD và coltivato perché la lotta alla guerra non è episodica e perché ci consente di interloquire con aree politiche utili a questa battaglia di costruzione di un movimento pacifista. Sul piano europeo la positiva scelta del M5S di chiedere l’entrata nel gruppo parlamentare della sinistra The Left, rafforza positivamente il fronte parlamentare pacifista e mostra che le dinamiche politiche non sono mai immobili ed evolvono. Anche il nostro partito deve innovare ed evolvere la propria capacità di analisi e di proposta politica rispetto ai cambiamenti in atto nella politica, nella società italiana ed europea.
La necessità di innovare e creare una strategia per il consenso.
Sul piano della lotta al consenso e quindi il piano elettorale, riscontriamo sempre gli enormi limiti e arretramenti che dal 2008 ad oggi che ci indeboliscono. Il quadro che emerge dal voto amministrativo evidenzia che non è più possibile calare uno schema identico su tutto il territorio nazionale, senza lasciare ai/alle compagne/i dei territori la possibilità di valutare le modalità più efficaci di presentazione elettorale per incidere nella vita delle proprie comunità. Dobbiamo maggiormente recuperare la nostra autonomia politica. Alternatività vuol dire anche la capacità di non isolarci, incalzare il centro sinistra e contendergli l’egemonia almeno su una parte della società e della sinistra. Sul piano nazionale non sono più sufficienti enunciazioni di obiettivi politici teorici, senza che questi siano frutto di un’analisi delle forze che si possono mobilitare, la definizione di potenziali alleati a sinistra e le loro potenzialità, la forza degli avversari, la non individuazione di una strategia per modificare i rapporti di forza, la definizione di obbiettivi intermedi e quindi su questo definire le aspettative anche elettorali.
Le elezioni indicano comunque, a sinistra del PD, che qualche cosa è cambiato e ne esce rafforzata dal successo una forza ambientalista e di sinistra, che ha l’ambizione di occupare tutto lo spazio politico a sinistra del PD. Eleggendo diventa la “sinistra del centro sinistra” non minoritaria e orienta una parte dell'elettorato anche di alternativa che un tempo a noi guardava. Dovremmo quindi autocriticamente interrogarci sul voto di scopo praticato da aree di movimento che vedemmo anche all’opera nelle scorse elezioni comunali di Milano, sempre molto rivoluzionarie quanto opportunistiche. La scelta di PAP di votare AVS, ha contribuito oggettivamente al rafforzamento di questa formazione sulla rappresentanza politica a sinistra del PD e ora i tentativi di presenza della sinistra autonoma sono più complicati e difficili. Ben dunque ha fatto il nostro CPN a dichiarare oggettivamente esaurita il percorso di Unione Popolare venendo meno le basi fondamentali per un percorso politico comune.
Una stagione di lotte per la democrazia e il lavoro.
La possibile vittoria del RN di Marine Le Pen in Francia suscita la preoccupazione di tutte le antifasciste e gli antifascisti in Europa. Forte è in Italia l’esigenza di ribellarsi al governo della destra della Meloni. La lotta contro le destre e l’opposizione al governo Meloni richiede il massimo di unità ma senza perdere mai il nostro punto di vista critico, la nostra autonomia, la nostra linea di alternativa a partire dalla guerra. La destra italiana, con il partito fascista che la guida, sta manomettendo la Costituzione con il Premierato e frantumando il paese con l'Autonomia. Si apre una stagione di Referendum per proteggere la Costituzione. Sui temi del lavoro poi, i quesiti referendari posti dalla CGIL costringo pure le forze del centro sinistra a fare un passo avanti su temi come il Job Act che prima li vedeva dall'altra parte della barricata. La lotta unitaria di massa su Costituzione e temi decisivi come il lavoro, possono produrre in embrione, un fronte sociale e politico pur tra soggetti diversissimi su temi ben definiti e convergenti. Vincere i Referendum colpirebbe la destra al cuore e riaprirebbe una contesa reale per il governo del paese. Se questo avviene con la mobilitazione popolare e una lotta casa per casa, il protagonismo popolare e la capacità di "fare fronte" favorirebbe la ripresa del conflitto sociale.
La stagione politica del dopo elezioni quindi, si apre con l’approvazione della legge scellerata dell’Autonomia Differenziata che mette in pericolo l’intero paese. Insieme alle forze sociali e partiti, ci opporremo con il referendum abrogativo e ci dichiariamo sin da ora pronti nel nostro territorio, alla costruzione di un Comitato Unitario per il Referendum, portando da comunisti e comuniste il nostro contributo di mobilitazione e raccolta firme. Porteremo i temi politici della difesa della democrazia, nel dibattito della nostra Festa Provinciale del 11-15 settembre 2024, che sarà un’occasione importante su cui è impegnata tutta la nostra Federazione.
Verso il congresso.
L’apertura del percorso congressuale non è semplicemente una scadenza statutaria ma corrisponde a una necessità di riflessione collettiva per affrontare le difficoltà che il nostro partito vive da più di un quindicennio e il quadro nuovo che si è determinato nell’ultimo triennio sul piano internazionale, in Europa e anche nel nostro paese. Restare immobili produce l’ossificazione attuale e il progredire di una crisi politica che va invece arrestata.
Dal 2008 agitiamo la costruzione dell’alternativa antiliberista senza un’analisi costruttiva sui risultati ottenuti e la tenuta del partito. E’ dunque tempo di bilanci a partire dai negativi risultati ottenuti, dai reiterati tentativi di costruzione di nuove soggettività politiche, rivelatesi poi velleitarie forme costituenti, che immancabilmente mettono in discussione la nostra esistenza e si concludono giocoforza in fallimenti e a seguire abbandoni che ci indeboliscono. Riscoprire la nostra indipendenza e autonomia di Partito è il primo obiettivo. Senza autonomia politica il “rafforzamento” del PRC, rimane una inutile agitatoria declamazione. E’ necessario indagare tutti/tutte insieme i limiti di una lunga stagione politica. Discutiamone nel Congresso con passione, franchezza e rispetto reciproco come si addice ai comunisti e alle comuniste.
Milano, 3 luglio 2024
Il Documento è stato approvato con 25 voti, mentre un altro documento ha ottenuto 16 voti
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